Trattati Biblici - Le Grandi Verità della Bibbia

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Trattati Biblici

Pubblicazioni > 11) DOVE SONO I MORTI?
Dove Sono i Morti?






Il Sonno della Morte
                                                
Sia il Nuovo che il Vecchio Testamento parlano della morte come di un sonno. Le Sacre Scritture, nei riguardi di Abrahamo, affermano ch'egli «morì ... e fu riunito al suo popolo» (Genesi 25: 8). Ora, i popoli presso cui egli visse, erano pagani ed il fedele Abramo dormì in mezzo a loro. Re Davide giacque coi suoi padri. (1 Re 2: 10). Quando Lazzaro, il fratello di Marta e Maria morì, Gesù disse: «Lazzaro, nostro amico, dorme,» (Giovanni 11 : 11) e quando fu risuscitato dal sonno della morte, il racconto Evangelico ci dice che « il morto uscì » (idem vers. 44). La Bibbia non precisa che Lazzaro tornò sulla terra da un purgatorio o da un luogo di tormenti. La verità semplice è che egli dormiva il sonno della morte, nell'incoscienza e che, al risveglio « uscì » dalla tomba. Nessuno di coloro i quali sono stati risvegliati dal sonno della morte ha mai accennato, sia pure vagamente, ad un purgatorio o ad un inferno. Non avrebbero potuto farlo, nè avrebbero potuto esprimere il loro stato di incoscienza dal momento che dormivano! La gloriosa speranza fornitaci dalla Parola di Dio non riposa su una negazione più o meno mascherata della realtà della morte, ma sulle promesse di Dio di richiamare in vita i morti. Giobbe si domandò un giorno: «Se l'uomo muore può tornare in vita?» (14: 14). Il santo uomo di Dio non chiese se l'uomo quando muore, sia realmente morto, perchè sapeva che i morti tornano nel nulla e tale condizione sarebbe eterna senza speranza di un intervento divino. Questo, infatti, costituisce l'insegnamento di Gesù, confermato dall'apostolo Paolo nella Prima Epistola ai Corinti 15: 15-18. I morti devono dunque risuscitare. Gesù disse a Marta: «Colui che crede in me, benché sia morto, vivrà e chiunque vive e crede in me, non morrà giammai in eterno.» (Giovanni 11 : 25-26). Gesù ha le chiavi della morte ed Egli le adopererà al momento opportuno per aprire la grande e plurimillenaria prigione della morte.
 
IL PURGATORIO
 
La parola «purgatorio» è completamente estranea alla Bibbia e meno che mai lo è la dottrina tradizionale del purgatorio stesso. La Parola di Dio sviluppa il concetto di una purificazione della razza umana. Infatti, ognuno converrà sulla necessità che tutti i popoli della terra hanno da purificarsi, perchè tutti sono imperfetti ed al di sotto del livello di giustizia indispensabile per essere giudicati degni di vivere eternamente in una condizione di pace e di felicità. Ma il «purgatorio» dei tempi oscuri del medioevo, quello creduto oggi dalla grande massa dei cattolici, non armonizza nella sua natura con la Parola di Dio nè rispetto al tempo stabilito nel Piano Divino per la sua attuazione pratica. Questo dogma insegna che coloro i quali non sono abbastanza buoni per andare in cielo, al momento della loro morte, sono destinati in questo luogo di sofferenza e, dopo essere stati qui purificati, sono accolti nel cielo. Abbiamo visto, invece, che la Bibbia su questo punto è molto chiara: tutti, buoni e cattivi, santi e peccatori, alla morte cadono nel nulla, dimorano nell'incoscienza fino al giorno della risurrezione. Allora alcuni  Figli di Dio riceveranno una ricompensa celeste. Essi saranno uniti a Gesù ed eserciteranno con Lui un'opera di benedizione a favore di tutti gli altri esseri umani, i quali, durante un periodo di mille anni, saranno risvegliati dal sonno della morte, per vivere di nuovo sulla terra, in qualità di esseri umani. Durante il Regno di Cristo costoro saranno nettati delle loro imperfezioni e preparati alla vita eterna sulla terra. I mille anni del Regno di Cristo saranno per tutti i popoli della terra un periodo di purificazione dal male, dal peccato, dalla morte.
 
NECESSITA' DEL SACRIFICIO DI GESU'
 
Ora, non si tratta di purificare soltanto la razza umana dalle brutture del peccato. Come abbiamo visto, il peccato porta con sè inevitabilmente la morte, ossia il ritorno al nulla, ed il genere umano rimarrebbe eternamente in tale condizione se l'amore di Dio non avesse provveduto alla sostituzione della vittima per il pagamento della punizione del peccato. Questa sostituzione volontaria permessa, costituisce l'opera di Gesù Cristo, il diletto Figliuolo di Dio, che è divenuto così il «Redentore», ossia Colui che riscatterà il mondo dal potere del sepolcro. (Osea 13: 14; 1 Giovanni 2:2). Isaia, così profetizzò di Gesù: «Egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità, il castigo per cui abbiamo la pace è caduto su di Lui, e per le sue lividure noi abbiamo ricevuta guarigione.» (Isaia 53: 5). L'apostolo Paolo, parlando di Gesù, così scrisse: «Vi è un sol Dio ed un solo Mediatore fra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo, il quale ha dato sè stesso come prezzo di riscatto per tutti, secondo la testimonianza riserbata ai propri tempi.» (1:Timoteo 2:6). Gesù disse ai suoi discepoli: «Il pane che io darò è la mia carne, che io darò per la vita del mondo.» (Giovanni 6:51). Tutte queste dichiarazioni indicano che la condizione per la salvezza e la pace con Dio risiedono esclusivamente nell'opera redentrice di Cristo. L'apostolo Pietro dichiarò di non esservi «nessun altro nome sotto il sole, che sia dato agli uomini e per il quale convenga essere salvati.» (Atti 4: 12). Il sacrificio di Cristo non consente di sfuggire alla morte eterna se l'individuo non si pente delle sue opere malvagie e non accetta il dono che gli viene elargito. Bisogna che egli riconosca il riscatto di Cristo in suo favore, che compia sforzi per trarsi dal male ed essere purificato e liberato dall'influenza di questo. Le istruzioni della Parola di Dio in proposito formano una parte del Piano Divino per la salvezza dell'umanità.
 
MILLE ANNI DI “PURGATORIO”
 
La purificazione di cui innanzi concerne una piccola parte del genere umano. Gesù chiamò questo ristretto numero un «piccolo gregge» a cui al Padre è piaciuto concedere il Regno. (Luca 12: 32). Questi fedeli discepoli collaboreranno con Gesù al ristabilimento della razza umana sulla terra. Durante questo Regno di mille anni, il genere umano in generale, compirà la sua purificazione da tutte le imperfezioni derivate dalla caduta di Adamo. Questo Regno di mille anni, nel corso dei quali Gesù e la sua Chiesa governeranno la terra, è chiamato altresì un «giorno di giudizio», giorno particolare, come si può rilevare, in rapporto alla sua durata. (2: Pietro 3:8; Atti 17: 31 ; Apocalisse 5: 10). L'opera di «giudizio» di questo giorno implica senza dubbio una regola educativa e, nello stesso tempo, inflessibile. Il profeta afferma «Ed egli (il Signore) farà giudizio fra molti popoli e castigherà nazioni possenti fin ben lontano.» (Michea 4: 3). Ed il profeta Isaia: «Secondo che i tuoi giudizi sono sulla terra, gli abitanti del mondo imparano la giustizia.» (Isaia 26: 9). Gesù sarà il gran Giudice in quel giorno e giudicherà i poveri in giustizia e renderà ragione in dirittura ai mansueti della terra e percuoterà la terra con la verga della sua bocca e ucciderà l'empio con il fiato delle sue labbra.» (Isaia 11 : 4). Questo ultimo testo sembra insistere sul fatto che, durante l'attuale periodo di giudizio o purificazione del mondo, coloro che non vorranno sottomettersi alla giustizia e continueranno ad opporsi alla volontà di Dio, saranno finalmente distrutti. E questo si accorda con il pensiero ispirato espresso dall'apostolo Pietro riportato nel libro dei Atti capitolo 3, vers. 19-23. Qui l'apostolo chiarisce che il secondo avvento del Signore Gesù coinciderà con l'inizio dei tempi di «restauramento di tutte le cose» ed aggiunge che «ogni anima che non avrà ascoltato quel profeta, sarà distrutta di mezzo al popolo». Il profeta di cui parla l'apostolo è Gesù già annunziato da Mosè. Da notare che l'apostolo precisa che ogni anima disobbediente sarà distrutta.

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