Cristianesimo - Le Grandi Verità della Bibbia

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Gli Eretici   dal
Medioevo alla Riforma





Pietro  Pomponazzi
(Mantova 1462 - Bologna 1524)


Il Neoplatonismo, attraverso gli scritti di Tertulliano, Agostino e Origene, aveva introdotto nel Cristianesimo la dottrina dell’immortalità innata dell’anima umana e quella del Purgatorio.

Averroè (1126-1198), filosofo arabo che insegnava a Cordova, commentò Aristotele in numerose opere. Spiegò che il corpo e l’anima "cessano di vivere alla morte" e, per più di tre secoli, tutti coloro che credettero al sonno dell’anima nella morte furono chiamati "averroisti". I suoi libri furono studiati all’Università di Parigi e di Padova. Gli scritti di Averroè seminarono il panico nel mondo islamico, essendo in contrasto con il Corano, che parla di un Paradiso di eterne delizie e di un Inferno di eterno tormento. Per tale motivo il filosofo arabo venne condannato dal Califfo, subì una dura persecuzione e i suoi beni vennero confiscati

Pietro Pomponazzi nacque a Mantova nel 1462 e insegnò filosofia prima all’Università di Mantova, poi a quella Ferrara e infine a quella di Bologna, dove fu idolatrato dagli studenti. Seguace di Averroè ritenne l’anima mortale secondo le opinioni di Aristotele. Avversato per questo insegnamento dalla Chiesa ufficiale, disse che per fede accettava l’immortalità dell’anima ma che con la ragione la rifiutava.


Pietro Pomponazzi

Venne processato dal Tribunale dell’Inquisizione e scampò alla morte per l’influenza dei suoi potenti amici, tra i quali il cardinale Bembo di Roma. Tutte le copie dei suoi scritti vennero comunque bruciate a Venezia sulla pubblica piazza. Morì nel 1524.

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