Cristianesimo - Le Grandi Verità della Bibbia

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Charles Taze Russell

Charles Taze Russell nacque il 16 Febbraio 1852 a Old Allegheny, oggi un quartiere settentrionale della città di Pittsburgh in Pennsylvania. Era il secondo di tre figli di un commerciante e la religione familiare era quella presbiteriana. La madre, tutta casa e Chiesa, morì quando Charles aveva nove anni e il dolore del ragazzo fu così grande che deve avere in buona parte condizionato il suo avvenire di Pastore. La brava donna, cui il figlio era molto attaccato, era solita parlargli della Bibbia e, quando disubbidiva, riusciva a farlo star buono con la minaccia dell'inferno. Il bambino, che aveva una sensibilità non comune, pensava non solo a se stesso ma anche ai suoi coetanei, che, se non si comportavano bene, avrebbero fatto la fine terribile di cui la mamma parlava con accenti da fare accapponare la pelle. Nottetempo usciva di casa di soppiatto e scriveva sui marciapiedi versetti biblici che avvertissero gli altri bambini del pericolo dei tormenti eterni, cui sarebbero andati incontro se avessero rubato la marmellata. Suo padre, che aveva il bernoccolo del commercio, era preoccupato per il comportamento del figlio, specialmente dopo che, morta la madre, era sprofondato nello sconforto. Di sera Charles faceva tardi a leggere la Bibbia e una notte il babbo, sempre in ansia per questo suo modo di fare, insolito per quell'età, si svegliò, non lo trovò a letto, lo cercò dappertutto e infine riuscì a scovarlo nel magazzino, immerso nello studio delle Sacre Scritture al lume fioco di una lampada. Il padre ne rimase talmente sconvolto che decise di prenderlo a lavorare con sé, nonostante fosse ancora un ragazzo di soli quindici anni. Lo fece suo socio e non potè certo rammaricarsi della sua collaborazione perché gli affari andarono a gonfie vele. Ormai possedevano una vasta catena di negozi di abbigliamento maschile e non solo a Pittsburgh, ma anche a Filadelfia e altrove. Il lungo studio biblico però aveva reso Charles insofferente nei confronti dei credi della Chiesa presbiteriana, per cui passò a quella congregazionalista che gli sembrò di mentalità meno bigotta.

Ma quando fissò il suo pensiero sul dogma calvinista della predestinazione, lasciò anche quella. Infatti la predestinazione associata all'idea dell'inferno lo portò a concludere che un povero diavolo sarebbe stato già condannato dalla nascita a bruciare per sempre, senza possibilità di redenzione. Charles ne dedusse che (sono parole sue) "un Dio, che impiegasse la sua potenza per creare esseri umani predestinati al tormento eterno, non potrebbe essere né sapiente, né giusto, né amorevole. Le sue norme sarebbero inferiori a quelle di molti uomini". Dopo aver vagliato le dottrine delle principali Chiese cristiane, passò a quelle orientali. Infine lasciò anche la Bibbia. Accettò i suggerimenti di suo padre e si diede anima e corpo agli affari. Tutto andò bene finché nel 1869 non incontrò gli Avventisti. "Una sera", racconterà poi, "quasi per caso, entrai in una sala polverosa e poco illuminata di Allegheny, dove si tenevano sermoni religiosi. Ciò che udii mi fece studiare la mia Bibbia con più zelo e cura di quanto non avessi fatto prima". Il predicatore si chiamava Jonas Wendell e avvicinò Russell al movimento avventista di William Miller (1782-1849). Si abbonò all "Esaminatore biblico" di George Storrs (1796-1867) e divenne subito "condizionalista", cioè accettò l'idea che l'anima umana è mortale, che finisce nella tomba e che risusciterà nel Regno millenario di Cristo: solo allora potrà ottenere la vita eterna, ma in modo condizionale, cioè se la meriterà. La cosa più importante per Russell fu di aver scoperto che non esiste l'inferno o meglio che esso non è altro che la tomba, dove tutti i morti, giusti e ingiusti, dormono nel sonno della morte. Si era finalmente liberato da un'idea che lo aveva ossessionato dall'infanzia. Nel 1870, quando aveva solo diciotto anni, iniziò con altri cinque ragazzi delle riunioni settimanali di studio biblico e dopo due anni fondò la "Classe biblica indipendente" di Pittsburgh.

Fu allora che gli fu attribuito il titolo di "Pastore", che fu e restò solo un riconoscimento onorifico. In quel periodo formulò tutta la sua esegesi, una specie di "Summa" del pensiero giudicato "eretico" prima dal Cattolicesimo e poi dal Protestantesimo, ma da lui ritenuto l'autentica espressione dello Spirito Santo durante l'era cristiana. Fu "unitario", cioè antitrinitario, come Ario e meglio ancora come Michele Serveto, che per tale motivo nel 1553 era stato arso sul rogo a Ginevra da Calvino. Credette che il Papato fosse l'Anticristo e che la Chiesa di Roma fosse la Babilonia dell'Apocalisse, proprio come avevano scritto Valdo, Wycliffe, Hus, Lutero ecc. Commemorava la Santa Cena una sola volta all'anno (il 14 Nisan, il giorno della Pasqua ebraica) come gli Ebioniti e come Policarpo. Rifiutava naturalmente la dottrina della transustanziazione, ritenendo che il pane e il vino della commemorazione fossero solo simboli e non il corpo e il sangue letterali di Gesù, seconda la tradizione protestante. Accettava che il battesimo venisse impartito agli adulti soltanto, secondo i dettami dell'Anabattismo, e così via. Ma soprattutto fu un fervente millenarista. Credeva che il Regno di Dio in terra fosse imminente, ma ebbe il merito di illustrarlo come un governo mondiale di giustizia e di ristoro ed ogni uomo, di qualsiasi nazione, ne avrebbe tratto uguale beneficio.

Non credeva che si sarebbero salvati solo gli appartenenti ad una setta e qui sta un'altra grande virtù di Russell. A questo proposito nel 1873 pubblicò un opuscolo dove si legge: "Ci sentiamo grandemente afflitti dall'errore dei Secondi Avventisti, che attendevano Cristo nella carne e insegnavano che il mondo e tutti quelli che erano in esso, eccetto i Secondi Avventisti, sarebbero stati bruciati nel 1873 o nel 1874. Le loro fissazioni di date, le loro delusioni e le loro idee sommarie sull'obbiettivo e sul modo della Suo Avvento recarono più o meno biasimo su di noi e su tutti quelli che attendevano e proclamavano il Suo Regno imminente". Nel Gennaio 1876 lesse su "L'Araldo del mattino" l'articolo di Barbour in cui quest'ultimo ritrattava tutto quanto aveva in precedenza sostenuto sul ritorno fisico di Cristo, riconoscendo che il Suo Secondo Avvento sarebbe avvenuto sì nel 1874, ma in modo invisibile e che il Millennio, così iniziato, avrebbe portato un beneficio al genere umano e non una distruzione universale. Russell volle conoscere il direttore della rivista. Fu così che iniziò una collaborazione fra i due.

Dopo aver entrambi accettato che Cristo era tornato in modo invisibile nel 1874, insieme dedussero che, come era stato di quarantanni il periodo dal Primo Avvento di Gesù alla distruzione di Gerusalemme dell'anno 70, così sarebbe stato di uguale durata il periodo dal Secondo Avvento di Gesù alla fine del mondo, che sarebbe avvenuta nel 1914, quarantanni dopo il 1874. Era il 1876, l'anno di svolta nella vita di Russell, che decise proprio allora di consacrarsi interamente a Dio, rinunciando al commercio. La vendita dei suoi titoli gli valse più di 250.000 dollari. Nella decisione fu approvato da suo padre, che, convertitosi alle idee del figlio, le condivise fino alla morte, avvenuta nel 1897 alla veneranda età di ottantaquattro anni. Dal 1877 in poi divenne un acceso predicatore del Regno di Dio, della sua imminenza e della necessità di consacrarsi al suo servizio. Era un buon oratore, dolce e persuasivo. Inoltre era molto diplomatico nel trattare con i Pastori delle varie denominazioni protestanti e così si verificò un fatto insolito: venne invitato a salire sul pulpito di diverse Chiese. In qualsiasi posto andasse a pronunciare i suoi sermoni vietava la colletta, che era in uso dovunque.

Sempre nel 1877 stampò con Barbour un libro intitolato I tre mondi e la mietitura di questo mondo. Si basò sul terzo capitolo della seconda lettera di San Pietro, dove si legge di tre mondi: un primo mondo, formato da un primo cielo e da una prima terra, che fu distrutto dal diluvio universale; un secondo mondo, formato da un secondo cielo e da una seconda terra, che è quello in cui viviamo; un terzo mondo, formato da un nuovo cielo e da una nuova terra, che deve venire. Per gli autori le parole "cielo" e "terra" nella Bibbia sarebbero simboliche e rappresenterebbero: il "cielo" i poteri ecclesiastici, la "terra" l'ordine sociale. Nel secondo mondo, quello post-diluviano e pre-millenario, gli autori distinsero altre tre epoche: quella dei patriarchi (da Noè a Giacobbe), quella degli Ebrei (da Giacobbe a Cristo), quella del Vangelo (dal Primo al Secondo Avvento di Cristo).

Ritennero inoltre che l'epoca degli Ebrei avesse avuto la stessa durata di quella del Vangelo e che entrambe sarebbero finite con una mietitura tra veri e falsi Cristiani, cioè tra grano e zizzania, della durata di quarantanni. Erano convinti di vivere nella mietitura dell'età del Vangelo, che si sarebbe compiuta nel 1914. Il "fuoco", che avrebbe distrutto "il cielo e la terra che sono ora", non sarebbe stato letterale ma avrebbe rappresentato simbolicamente un'anarchia mondiale, che avrebbe annientato nel caos ogni religione e ogni politica. La società umana restaurata dal caos avrebbe formato la "nuova terra" sotto il Regno celeste di Cristo, il "nuovo cielo". Successe però che la stessa cronologia che aveva unito i due fu quella che poco dopo li divise per sempre. Nel 1878 Barbour si aspettava di essere rapito in cielo: Gesù era risuscitato con un corpo spirituale tre anni e mezzo dopo la Sua venuta come Messia, cioè dopo il Suo battesimo nel Giordano; dopo altrettanto tempo dal Suo ritorno avrebbe resuscitato i Suoi santi, che sarebbero stati rapiti sulle nuvole a incontrarLo. Siccome era modestamente convinto di essere nel novero degli Eletti, pensò che tre anni e mezzo dopo il 1874, cioè nel sarebbe salito in cielo come Elia in un turbine di vento. Russell fu entusiasta dell'idea ma il suo entusiasmo durò un anno soltanto. Nel 1879, avvilito per essersi lasciato influenzare dai Secondi Avventisti, forse ricordandosi di averli un tempo criticati giustamente per la loro mania di datare, li lasciò. Per prima cosa si sposò: trovò una specie di Santippe, una certa Maria Frances Ackley, che gli rovinò l'esistenza con i suoi atteggiamenti da suffragetta isterica. In quello stesso anno lanciò il pomo della loro discordia coniugale: fondò la rivista "Torre di guardia di Sion e araldo della Presenza di Cristo" onde convincere altri studiosi della Bibbia che il tempo della mietitura fra "grano" e "zizzania" era giunto e che Cristo era tornato per operare questa separazione con una grande diffusione della Verità biblica.
 
Per iniziare la sua attività di editore Russell aveva ancora un po' del suo denaro, ma certo non sarebbe stato sufficiente se non ci fossero state le cosiddette "contribuzioni volontarie". La rivista "Torre di Guardia" fu finanziata fin dall'inizio da ditte commerciali e il loro sostegno economico deve essere stato ingente perché fu necessario prima o poi legalizzare il tutto. Così nel 1881 Russell fondò la "Società Torre di guardia di trattati di Sion", un ente che aveva il Pastore come presidente ed editore. Negli anni successivi il capitale della società crebbe a tal punto che fece gola ai suoi stessi collaboratori, che, per impadronirsene, cominciarono a lanciargli pesanti accuse di disonestà nella direzione degli affari. Tentarono di destituirlo dall'incarico di presidente e di accaparrare ogni cosa loro. I sostenitori però prevalsero sui denigratori e non se ne fece di nulla, ma la congiura non finì lì. Per l'appunto la segretaria e tesoriera della Società era la moglie del Pastore, la quale collaborava anche alla stesura di qualche articolo che compariva saltuariamente sulla rivista. I cospiratori cercarono di accattivare le sue simpatie colpendola nel punto debole di ogni donna: la vanità. Le dissero che era la più brava di tutti, compreso il marito, e che i suoi articoli erano quelli che dicevano le cose più giuste sulla Bibbia. Lei ovviamente ci credette, poiché segretamente ne era già convinta.

Da tempo faceva pressioni su suo marito perché scrivesse sul periodico un commento tendenzioso alla parabola di Gesù su "il servitore fedele e prudente". Questo servitore sarebbe stato lasciato dal padrone a dare cibo alla famiglia in sua assenza. Al suo ritorno, improvviso e imprevisto, se lo avesse trovato ad accudire i suoi con zelo, lo avrebbe elevato sopra ogni suo bene. La signora Russell voleva che il marito si dichiarasse il servitore della parabola. Era una presunzione che lui non aveva e rifiutò. Nel 1881 infatti aveva scritto: "Crediamo che ogni membro del Corpo di Cristo sia impegnato, direttamente o indirettamente, nella benedetta opera di dare a suo tempo il vitto ai domestici della fede. Qual è mai il servitore fedele e prudente che il padrone ha costituito sui familiari per dar loro il vitto a suo tempo? Non è forse quel Piccolo Gregge di consacrati servitori, il Corpo di Cristo, che fedelmente adempie ai propri voti di consacrazione? E non è proprio questo Corpo di Eletti a distribuire il vitto a suo tempo alla famiglia della fede, il grande gruppo dei credenti?".
 
I collaboratori allora suggerirono alla signora Russell che "il servitore fedele e prudente" era lei e non ci volle molto a convincerla. Partì subito in quarta e pretese dal marito di avere sempre più spazio a disposizione sulle colonne del giornale. E non si fermò qui: chiese che gli fossero riconosciuti gli stessi diritti del consorte, cioè in pratica voleva la metà del capitale della Società. Russell cercò di calmare le acque, di dissuadere la moglie da questo fine e la rabbonì mandandola in giro per l'America a visitare le varie congregazioni o "classi" di Studenti Biblici, come lui le chiamava. La donna ne approfittò per scatenare una campagna contro di lui e la frattura fra i due fu irreparabile. Nel 1906 si incontrarono in tribunale per la separazione legale richiesta dalla moglie in nome dei "diritti della donna". In questa circostanza lei cercò di denigrarlo a tutti i costi, vedendo che la sua battaglia era perduta a causa della fedeltà della maggioranza a Russell. Al processo lo accusò subito di adulterio e, siccome non c'erano prove, l'accusa cadde e tutta la questione fu cancellata dal verbale della corte. Nel 1908 la signora Russell ottenne un "divorzio parziale o condizionato" (cioè una separazione legale) per "crudeltà mentale" del Pastore: la formula con cui avvengono i divorzi in America quando non ci sono motivi validi e i due non vogliono continuare a stare insieme.

Questi attacchi dall'interno non furono i soli ad angustiare il direttore della "Torre di guardia", poiché il contenuto della rivista gli procurò molti nemici esterni, che l'aspettavano al varco per denigrare l'uomo e la sua opera. L'occasione fu loro offerta dalla propaganda che il giornale fece di un grano speciale, che Russell aveva definito "miracoloso". Nel 1908 fu segnalato sulle colonne della "Torre di guardia" che delle spighe più grandi e più ricche di quelle comuni erano state scoperte in Virginia. Il fatto che esistesse in America un grano speciale più grande di quello che i coloni vi avevano importato, sembrò al Pastore un segno dell'inizio del Regno di Cristo. Bisogna ricordare che nel Nuovo Mondo il grano non esisteva: vi fu importato dal vecchio continente dai colonizzatori. A forza di seminarlo e di riseminarlo, trovando terreni più ubertosi, il cereale si perfezionò. Non deve quindi meravigliare che le combinazioni genetiche abbiano prodotto a un certo momento spighe più grandi delle altre. Ma il Pastore, sempre attento ai segnali del Millennio, vi scorse un segno dei tempi.

Per di più, nel 1906, l'agronomo ebreo Aaron Aaronshon aveva notato che sulle falde del monte Canaan, in Palestina, cresceva un grano selvatico, da lui denominato trìticum dinocoides. Quel tipo di cereale fu riconosciuto dalla scienza ufficiale come l'antenato di tutte e ventisei le famiglie di grano esistenti nel mondo. Questo fatto fu annotato da Russell sulla "Torre di guardia" del 1° Ottobre 1910 a conferma dell'esistenza di un grano eccezionale, che avrebbe dovuto apparire sulla terra all'aurora del Millennio. Fin qui non ci fu nulla di male. Accadde però che la "Torre di guardia" acquistò semi del grano in questione per rivenderli e li reclamizzò sul periodico. La compravendita del "grano miracoloso" fece scandalo e la cosa finì sui giornali, ma il Pastore restò un uomo ammirevole per l'intenzione evangelica che aveva alimentato tutta la sua vita e per l'opera divulgativa della Bibbia che aveva intrapreso con il suo periodico. Uno dei suoi meriti maggiori fu quello di non essere settario. Quando gli chiedevano chi si dovesse chiamare "fratello", egli rispondeva: "Chiunque ha fede nel Signore Gesù Cristo". Chiamava fratelli Cattolici e Protestanti. Chiamava amici i Socialisti. In questi ultimi vedeva "il grande esercito del Signore" che Dio avrebbe usato per distruggere ogni potere economico sulla terra.

Pensava che prima o poi ci sarebbe stata una lotta titanica fra due giganti: il Capitalismo e il Proletariato. Nel 1897 pubblicò il libro II giorno della vendetta(alias La battaglia di Armagheddon),in cui illustrò dettagliatamente "la formazione degli elementi" in vista della lotta di classe. Siamo certi che fu influenzato dagli eventi Americani ma non mancò di fiuto profetico. Infatti tra il 1884 e il 1886 ci furono negli U.S.A. ondate di rivolta operaia che preoccuparono i capitalisti e i benpensanti. I magnati ordinarono una grande repressione nei confronti dei capi socialisti che avevano organizzato l'ormai mitico sciopero del 1° maggio 1886. Tutto ciò suggerì a Russell un'idea nuova e insolita nell'interpretazione dell'Apocalisse e degli eventi che avrebbero preceduto e determinato la fine di questo mondo. Cristo era tornato invisibilmente a raccogliere gli ultimi Santi in una mietitura di quarant'anni. Nel 1914 sarebbe cominciato il tempo di afflizione per l'umanità, che sarebbe durato fino a quando il "fuoco" dell'anarchia avesse distrutto tutte le istituzioni umane, civili e religiose. La lotta tra operai e industriali non avrebbe portato alla vittoria di nessuno dei due, ma al caos, ai tumulti delle genti in tutto il mondo. Le prove dell'avvenuto ritorno di Gesù, ispiratore del progresso umano in un millennio di prosperità, erano da vedersi soprattutto nelle conquiste della tecnologia (treno, stampa, telegrafo, telefono, aeroplano ecc.). L'emancipazione dell'uomo dalle tenebre e dall'ignoranza del passato sarebbe stata sempre più grande via via che si andava instaurando il Regno di Dio su questa terra. Ma perché ciò avvenisse occorreva una ventata mondiale di tribolazione per tutti, che avrebbe spazzato i vecchi sistemi umani: la loro distruzione sarebbe stata positiva. La nazione di Israele doveva essere restaurata in Palestina e Abramo sarebbe risorto assieme agli altri patriarchi per governarla.

Nel Millennio, per lui già iniziato, gli Ebrei avrebbero guidato il mondo dopo aver accettato Gesù come Messia. Il Sionismo era un cardine della sua predicazione e doveva piacere necessariamente agli Ebrei. Altri fattori, oltre a questi, confluirono nella gigantesca opera di Russell. Nella seconda metà dell'800 fiorì l'entusiasmo per l'egittologia e per i misteri della religione egizia. Alcuni si esaltarono nella considerazione della piramide di Cheope, dove riuscirono a trovare la soluzione ai più grandi problemi astronomici, geometrici e geodesiaci di tutti i tempi. Fra questi cultori dei misteri dell'antico Egitto spiccò Charles Piazzi-Smith, astronomo reale di Scozia e membro della Royal Society. Era nato a Napoli nel 1819 ed era figlio di un ammiraglio inglese. Nel 1870 pubblicò un libro che allora fece scalpore: Our inheritance in the Great Pyramid. Misurando in pollici la lunghezza delle gallerie interne della piramide e considerando un pollice uguale a un anno previde un gran cambiamento nella storia umana per il 1881. Morì nel 1900 senza che il mutamento fosse avvenuto. Russell, dopo aver letto il testo di Piazzi-Smith, si appassionò alla piramide per convalidare la sua cronologia. In che modo? Sostenendo che alle sue misure corrispondevano periodi di tempo, in cui Dio avrebbe disegnato il Suo Piano storico: i 1881 pollici della Grande Galleria sarebbero 1881 anni, ma non a partire dall'anno zero, ma dal 33 d.C., l'anno della crocifissione di Gesù, per giungere al 1914. Quando scoppiò la grande guerra sembrò che le sue spiegazioni delle profezie, cui da tempo aveva dedicato articoli sulla "Torre di guardia", si stessero finalmente adempiendo. La "grande tribolazione", di cui aveva parlato Gesù e che avrebbe consumato il mondo in un turbine di fuoco, stava giungendo e il Regno millenario sarebbe iniziato subito dopo col prendere le redini del mondo per riportarlo all'ordine e alla pace.

Gli Studenti Biblici erano al settimo cielo e i quotidiani statunitensi pubblicarono articoli su questa profezia adempiuta, facendo così pubblicità al Pastore e ai suoi scritti. La guerra intanto stava coinvolgendo tutta l'Europa e presto anche l'America stessa vi avrebbe partecipato, sacrificandovi innumerevoli vite umane. Fu allora che Russell, con una correttezza comportamentale che va tutta a suo onore, scrisse sulla "Torre di guardia" del Febbraio 1916: "Quando scoprimmo che eravamo in attesa di cose inesatte nell'ottobre del 1914, fummo ben lieti che il Signore non avesse cambiato il Suo Piano per compiacerci. Non desideravamo che facesse questo. Il Signore, per mezzo della Sua Parola, sembra che abbia rinviato il Suo popolo a quattro diversi riferimenti cronologici: 1874, 1878, 1881, 1914. Ma Dio non ci disse che sarebbe stato così. Ha permesso che pervenissimo a tale conclusione e crediamo che tutto ciò possa essere considerato come una prova necessaria per tutti i cari Santi di Dio d'ogni dove". Spiegò che la mietitura dell'età del Vangelo non era cominciata nel 1874 ma nel 1878: sarebbe finita quarant'anni dopo, nel 1918.

Era il 31 Ottobre 1916 quando il Pastore morì, all'età di sessantaquattro anni. Il decesso avvenne in treno quasi a codificare la sua vita di missionario. Stava infatti attraversando il Texas per una serie di sermoni e visite pastorali. Di sermoni pare che ne avesse pronunciati oltre trentamila, un po' dovunque nel mondo. Produsse anche una lunga serie di diapositive colorate a mano/ "Il fotodramma della Creazione" (1914), che fece proiettare nelle principali città d'America e d'Europa. Era un riassunto della Bibbia per immagini. Il commento era registrato su dischi. Per due volte Russell si era recato in Terra Santa: nel 1892 e nel 1910. Ne aveva approfittato per tenere discorsi agli Ebrei locali sull'imminente adempimento della profezia di Isaia sulla restaurazione d'Israele in Palestina. Al suo ritorno a New York, aveva parlato su "Il Sionismo nella profezia" a un uditorio di quattromila Ebrei. Quell'uomo alto, vestito di nero e con una lunga barba bianca, sembrava davvero un antico profeta biblico.

Prima di morire aveva pubblicato come "International Bible Students Association" (I.B.S.A.) sei volumi intitolati Studi sulle Scritture, pieni zeppi di citazioni bibliche e dei suoi commenti sulle medesime.
Nel primo, Il Piano delle età (1886), ripeteva ed arricchiva quello che aveva già scritto nei Tre mondi con Barbour.
Nel secondo, Il tempo è vicino (1889), illustrava la sua cronologia fino al 1914.
Nel terzo, Venga il Tuo Regno (1890), spiegava le profezie di Daniele secondo la tradizione che faceva capo a Wycliffe e a Miller, adattandone però la cronologia. In appendice a questo volume pubblicò la sua interpretazione della struttura architettonica della grande piramide, contando i pollici delle sue gallerie e traducendoli in anni per trovare una conferma extrabiblica alla validità dei suoi calcoli.
Nel quarto, La battaglia di Armagheddon (1897), parlava dei suoi tempi e del loro inesorabile avanzare verso l'anarchia universale.
Nel quinto, Riconciliazione fra Dio e l'uomo (1899), illustrava il valore del sacrificio di riscatto di Cristo per tutta l'umanità e come questo adempiva gli antichi riti della legge di Mosè.
Nel sesto, La nuova creazione, che uscì nel 1904, parlava della Chiesa cristiana, delle regole che essa deve seguire per essere accettata da Dio come vera Chiesa e dei suoi fondamentali princìpi.

Russell, nonostante le insistenze dei suoi seguaci, non aveva ancora scritto il settimo volume, quello sull'Apocalisse. Riteneva che non tutto di quel libro misterioso gli fosse chiaro e che quindi non potesse compiere un lavoro soddisfacente. Quando morì lasciò un'avviata società editoriale con varie filiali in America e in altri paesi del mondo. I suoi seguaci avevano preso il nome di "Associazione internazionale degli Studenti Biblici" con sede principale a Brooklyn (New York), dove esisteva il loro "tabernacolo", un edificio in cui vivevano i membri della direzione della "Torre di guardia". Insieme a tutto ciò Russell lasciò, morendo, anche il pesante fardello delle sue profezie ancora inadempiute e la delusione delle attese di molti Studenti Biblici per il 1914. Ai suoi funerali parteciparono innumerevoli persone e molti oratori si alternarono per celebrare le sue lodi di Cristiano. A un certo punto della cerimonia funebre si fece largo tra la folla una donna velata che andò a deporre sulla bara i fiori preferiti dal Pastore: un mazzolino di mughetti. Era sua moglie.  
da Studenti Biblici
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